Due giovani psicologhe dell’ateneo e uno studente di Scienze motorie sono nel campo “Ankawa 2”, vicino a Erbil, a promuovere resilienza attraverso attività creativo-espressive e sportive per i bambini. Un segno di speranza tra gli orrori del Medioriente.
È stato forse il momento più significativo da quando il campo mille container è stato aperto: la scorsa settimana un vero segno di speranza per i circa 6mila profughi da Qaraqosh. Il vescovo siro-cattolico Yohannes Butros Mushi ha celebrato la prima Messa nella struttura costruita grazie a un finanziamento della “Fraternité”, organizzazione francese a sostegno dei cristiani d’oriente.
A noi FOCSIV vengono ormai richiesti interventi in emergenza continua, in un clima di incertezze e disagio crescenti, condizioni che sembrano segnare anche l’immensa struttura OCHA, l’ufficio di coordinamento delle Emergenze Umanitarie delle Nazioni Unite.
Visti da dietro la rete metallica che li separa dal ciglio della strada, disposti in perfetta fila indiana, i mille container attraversati dai lunghi viali come un castro romano, mandano riflessi argentati: l’Ashti camp, un tempo periferia disabitata, da metà maggio è l’approdo sicuro dei profughi di Ankawa Mall. E non solo.
Sale la tensione qui ad Erbil. Si acuiscono timori e condizioni di stress in attesa dell’imminente e paventato attacco della coalizione e dei peshmerga per la liberazione di Mosul e delle aree ancora occupate dall’ISIS. La situazione si fa sempre più drammatica.
FOCSIV insieme alla Rete della Pace è al fianco della comunità curda e promuove l’appello della Rete Kurdistan e della Comunità Curda in Italia.
Rete della pace invita a mobilitarsi: “Non sono le bombe, il vostro silenzio ci uccide” è la frase che l’appello ricorda, citando una scritta su di un muro comparsa ad Ankara questa mattina.
È un impegno che si traduce in attività, in quotidiana presenza e soprattutto in un intenso tentativo di promuovere, condividere ed ampliare i servizi offerti per i tanti ospiti del campo.
Nel Kurdistan migliaia di bambini e ragazzi vivono ammassati nei campi profughi. Una nuova iniziativa per costruire tre asili ad Erbil, dove la gente vive nei container.
Mentre l’Europa si apre al dramma dei rifugiati, Famiglia Cristiana e Focsiv rilanciano la loro iniziativa umanitaria per aiutare i profughi quanto più vicino possibile ai loro paesi di provenienza…
In agosto ho sentito, da Erbil, padre Douglas parlare al Meeting di Rimini sulla realtà in Iraq. Diceva che il genocidio dei cristiani, è un genocidio di molte persone, una strage di sentimenti, una violenza che dura nel tempo, una soppressione di diritti umani, un affronto alla giustizia, azzerata con gesti brutali, con la distribuzione di paure e l’eliminazione di persone con la platealità di una commedia tragica che gira il mondo e crea assuefazione agli assassinii in prima serata.
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