Santa Messa in rito Siriaco - Emergenza KURDISTAN

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Questo pomeriggio la S. Messa in rito Siriaco in uno degli scarni corridoi di cemento grezzo della Ankawa Mall.Padre Jalal era commosso, lui vorrebbe dedicarsi di più alla gente per sanare ferite profonde che ormai affiorano nei volti delle persone soprattutto adulte.
Padre Jalal é solo con i giovani del “Gruppo di Giovani San Francesco”, i quali tuttavia raggiungono molte persone in diversi posti di pena quali sono diventati i centri di accoglienza degli sfollati. Sono suoi compaesani, moltissimi i suoi parrocchiani in Qarakosh, dove la sua comunità aveva una splendida capacità di gestire momenti di condivisione. Qui invece le famiglie sono divise tra tendaggi, pareti leggere, in posti distanti poche centinaia di metri, ma senza potersi incontrare in posti comuni per discutere di cose rilassanti.
Qui, nell’Ankawa Mall, celebrare la Messa ha effetti molto profondi per oltre il centinaio di persone di ogni età presenti, raggruppati man mano con il suono registrato delle campane..
E’ duro comparare l’esodo della famiglia di Gesù in Egitto con l’esodo delle centinaia di migliaia di persone, con le crudeltà che tutti conoscono.
La realtà degli esodi è lunga nella storia del popolo di Israele, ma non cambia la sofferenza di oggi di chi vive la tremenda tragedia di aver perso tutto e di non sapere quando, né se potrà tornare nella sua casa, e la preghiera si fa implorante… oppure diventa un grido che ha poco della preghiera…
Re Erode aveva fatto uccidere i bambini, adesso gli uccisi hanno diverse età e soprattutto si é uccisa la credibilità del vicinato di casa con l’ingresso delle milizie ISIS nella città occupata senza contrasti, ma con la violenza contro i buoni, le persone per bene, e si sta uccidendo ogni altra credibilità locale, nazionale e internazionale quando si sentono previsioni di anni per il possibile rientro in casa propria.
E ancora é difficile rallegrarsi, rileggendo le beatitudini di Matteo, che pare siano proprio riservate alle famiglie che stanno cercando di sopravvivere senza entrare nella più cupa depressione:
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
E rallegrarsi, esultare e aspettare la ricompensa nei cieli è una strada stretta che presenta molti ostacoli.

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