Papa Francesco: “La Turchia non sia solo crocevia di cammini ma luogo di incontro, dialogo e convivenza” - Emergenza KURDISTAN

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Di ritorno dalla Turchia, Papa Francesco invoca la condanna dei terroristi: «Se il Corano è libro di pace gli islamici lo dicano forte.”

Durante il secondo giorno della sua visita in Turchia, dopo il pranzo, Papa Francesco ha incontrato un centinaio di giovani profughi iracheni e siriani assistiti dall’Oratorio salesiano di Istanbul. L’incontro si è svolto presso il giardino della rappresentanza pontificia che fu di monsignor Roncalli. “Le condizioni degradanti – ha detto loro Bergoglio – in cui tanti profughi devono vivere sono intollerabili. Per questo bisogna mettere tutto l’impegno per rimuovere le cause di questa realtà. Lancio un appello per una maggiore convergenza internazionale volta a risolvere i conflitti che insanguinano le vostre terre di origine”. “Quando sono andato in Moschea” ha affermato poi Papa Francesco “Sono andato come pellegrino, non come turista. Era tutto religioso, ed ho visto quella meraviglia. Il muftì mi spiegava chiaramente le cose con tanta mitezza, citando anche il Corano, dove si parlava di Maria e di Giovanni il Battista. In quel momento ho sentito il bisogno di pregare ed ho pregato per la Turchia, per il muftì, per tutti, per me ma soprattutto ho pregato sinceramente per la pace chiedendo al Signore di aiutarci a fermare la guerra”.

Erdogan ha parlato poi di islamofobia, il Pontefice di cristianofobia. Citando l’articolo di Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera, Papa Francesco ha dichiarato: “Davanti a questi atti terroristici, in Medio Oriente e in Africa, c’è una reazione: “Se l’Islam è questo, mi arrabbio”. E tanti islamici, offesi, dicono: “Noi non siamo così, il Corano è un libro profetico di pace, questo non è Islam”. Io li capisco e credo che non si possa dire che tutti gli islamici sono terroristi, così come non si può dire che tutti i cristiani sono fondamentalisti. Così io ho detto al Presidente: sarebbe bello che tutti i leader islamici parlino chiaramente e condannino quegli atti, perché ascoltarlo dalla bocca dei suoi leader religiosi, politici, accademici e intellettuali, aiuterebbe la maggior parte del popolo islamico. Noi tutti abbiamo bisogno di una condanna mondiale. Gli islamici che hanno un’identità dicano: noi non siamo questo, il Corano non è questo.”

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