Il tempo è un componente del vivere che non permette flessibilità, passa. Vivere quotidianamente vicino ai problemi sempre nuovi degli sfollati richiede tempi che talvolta esulano da orari, da programmi, da regole scritte in quanto diventano subito urgenze, emergenze, da cui non ci si può esimere. Si devono ascoltare fatti, sentire versioni e dare una valutazione che talvolta é un giudizio pesante, quando si deve dire: “non sono in grado”, oppure “non è possibile”.
Il risultato di una giornata di lavoro sociale cambia quando scopri che, adottando vie nuove, contatti diversi, talvolta insperati, menzionando problemi a persone giuste nel posto giusto, riesci a dare risposte a uno, due, tre, molti problemi che sembravano difficili da risolvere. Queste situazioni si possono definire in altro modo “Provvidenza”, che non ha orari, non ha uffici ne impiegati, é qualcosa che arriva nel momento giusto, difficilmente coordinabile con gli strumenti dell’organizzazione, succede e basta.
L’allestimento di ben 5 tende donate dall’Unicef, e l’opportunità di allestirne ancora una in qualche località che dovremo scegliere, permette di creare punti di incontro e di scambio con gli sfollati che vedono diventare la loro condizione sempre più critica, conoscendo le ultime previsioni sugli sviluppi del brutale conflitto in corso.
La specificità dell’intervento FOCSIV si sta affermando fra le Organizzazioni Non Governative come un lavoro di finitura delle grandi opere di assistenza che le organizzazioni internazionali, UNHCR e UNICEF, metterono insieme per loro mandato a livello mondiale e che qui in Iraq viene messo a dura prova.
Il lavoro di contatto con le persone, le risposte puntuali a bisogni urgenti e difficilmente risolvibili nelle maniere tradizionali sta emergendo come la misura della qualità del servizio. Ci sono ambiti che ci vengono assegnati per l’unicità delle proposte di intervento che vengono presentate nei meetings e che si rendono molto utili.
E’ in atto una profonda revisione del lavoro svolto da UNHCR e UNICEF in Iraq, soprattutto nella Regione Autonoma del Kurdistan, che resta un’isola accerchiata dai pesanti attacchi di questo periodo delle milizie ISIS, che spaziano da Tikrit a Kirkuk, con una strategia che punta gli attacchi verso Dohuk, al Nord, dove si creerebbe un disastro immane e inimmaginabile.
La revisione degli interventi delle istituzioni umanitarie internazionali diventa necessaria per l’usura che la durata dell’emergenza sta provocando ai conti e alle risorse disponibili per gli aiuti a rifugiati e profughi, sempre considerati in aumento.
Ogni cosa deve essere ridotta allo stretto necessario e, soprattutto per gli sfollati, che sono sotto una responsabilità almeno teorica del governo locale, la distribuzione dei rifornimenti e dei beni primari si fa sempre più misurata, nel tentativo di eliminare debitamente sprechi o abbondanze.
La presenza di FOCSIV tra le persone che incontriamo diventa una mediazione tra quanto gli individui e le famiglie ormai sanno di non poter sperare ufficialmente e la gioia di avere almeno un riscontro, anche se temporaneo, ma che crea speranza.