Fin dall’inizio della nostra azione si riscontrava la necessità di dare speranza, di consolare chi sentiva la perdita della propria casa come un dolore che doveva prima o poi redimersi con un ritorno. Quanto si sta vivendo oggi, in un ambiente che è chiuso negli angusti spazi abitativi degli sfollati, ma che resta totalmente aperto alle notizie di ogni genere e da ogni lato del globo, tende ad azzerare le speranze del ritorno a casa tanto agognato.

Le donne restano le solide basi che permettono alle comunità di diversa provenienza di non affossarsi nella perdita totale di identità, gli uomini non riescono a fare meglio, qualcuno trova lavoro, ma é un miraggio per molti.

Tra le nostre attività quotidiane, in risposta ai bisogni immediati della popolazione, nell’ultimo periodo si è intensificata la distribuzione di medicine alle famiglie più in difficoltà, si tratta spesso di persone con malattie importanti, che per la mancanza di denaro si sono rassegnate alla carenza di antidolorifici e antibiotici. Abbiamo aiutato persone che non potevano permettersi le cure necessarie dopo pesanti interventi chirurgici o a cui mancavano i medicinali di base per far fronte a patologie dolorose, ma ci sono situazioni che più delle altre toccano il nostro cuore e spingono il nostro impegno oltre le difficoltà: il mio pensiero va a un bimbo di soli cinque anni con un difetto cardiaco, che necessita di un intervento la cui esecuzione non è possibile nel paese, la sua necessità non può rimanere inascoltata.

Contemporaneamente portiamo avanti le altra attività già pianificate, allargando sempre di più il numero delle aree da seguire, man mano che esploriamo il territorio.

Ecco alcune delle attività che siamo riusciti a svolgere nelle ultime settimane:

• La distribuzione di oltre 50 pacchi di pannolini e latte in polvere per i bambini, per le donne, 6 calze per nucleo familiare, un fornello a gas a tre fuochi a famiglie provenienti dalla Siria tra cui molte da Kobane;
• Altri 40 pacchi ad una nuova comunità di Yazidi scoperta recentemente;
• Assicurata da UNFPA la fornitura di abiti e strumenti utili per la nascita tra pochissimi giorni di bambini da 10 donne Yazidi incinte e la fornitura di 50 pacchi di sanitari per la gestione del perido post-parto;
• Avviata l’assistenza di un team medico mobile locale ad uno dei luoghi abitati da mesi da sfollati, mai assistiti, con diversi casi da curare;
• Preparata la presentazione di nuovi 12 casi di Cash Assistance per nuclei familiari in difficoltà;
• In programma nuovi incontri di football che hanno creato una forte aspettativa di coinvolgimento tra i giovani da 12 a 25 anni;

L’energia per portare avanti il nostro lavoro ce l’assicurano i centinaia di bambini dai 4 ai 12 anni, che sono i protagonisti dei pomeriggi di intervento del nostro gruppo di ricreazione che propone attività sempre molto apprezzate: canti con movimenti in musica tradizionali e proiezione di cartoni animati. Tutti i nostri incontri di ricreazione sono ora seguiti dai facilitatori del settore Child Protection dell’UNICEF che considerano la attività FOCSIV con commenti molto positivi.

Continuiamo a constatare il cambiamento dell’atteggiamento dei bambini nella loro normalità che non é più come si poteva gestire alcuni mesi fa, ma si fa sempre più aggressiva nei comportamenti, con la perdita pesante della concentrazione e dell’attenzione per ogni operazione proposta oltre la musica, che li coinvolge interamente. Questo fenomeno viene verificato anche nei gruppi che stanno avviando orari di scuola alternativa.

Lo stress vitale della condizione ormai diventata di costante carenza di alternative sta avendo effetto su tutta la popolazione degli sfollati che conosciamo, senza che si possa in qualche modo intervenire in quanto tutto fa riferimento al livello della speranza di cambiamento in positivo della loro situazione, oggettivamente e consapevolmente cosa sempre più lontana.