"Prigionieri" a tempo indeterminato - Emergenza KURDISTAN

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Sono giorni intensi questi, dovuti agli sviluppi che il sistema di assistenza umanitaria delle Nazioni Unite sta proponendo. Le organizzazioni UN stanno cercando nuovi finanziamenti e sperano di ridurre i costi, migliorando l’impatto delle loro attività, ma per ora continua a vincere solo la burocrazia interna.

Anche per noi si verificano sviluppi che permettono di vedere un futuro interessante per la nostra attività, sempre che i progetti che sono in attesa di approvazione e copertura permetteranno di agire negli ambienti dei bambini e delle loro mamme. Ambienti che, sempre più, stanno diventando prioritari per il mantenimento di un equilibrio, anche mentale, delle migliaia di persone che stanno soffrendo pesantemente la loro condizione, definita talvolta di “prigionieri”.

La speranza degli sfollati per il loro rientro nelle loro case, anche se non é chiaro come, viene sollecitata dal fatto che da qualche tempo si parla di attacchi dell’esercito Iracheno contro l’ ISIS,  e da oggi si ha notizia che gli attacchi sono stati avviati a Tikrit e Mosul, poi toccherà anche a Kirkuk. Purtroppo si prevede che ci vorrà del tempo, anche se tutti gli sfollati stanno pregando che tutto vada per il meglio e proceda veloce.

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