L'arrivo del nuovo anno ad Erbil - Emergenza KURDISTAN

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Cari Amici,

Se da Erbil si dovesse giudicare il nuovo anno dal suo avvio, si potrebbe affermare che vivremo un grande intreccio di emozioni per la buona e la cattiva sorte di cose, persone e fatti, in parte attesi, in parte sperati, in parte inaspettati, che potranno modificare le vite di persone, comunità e di paesi interi.

La giornata del 31 dicembre per noi ha procurato questo insieme di emozioni, creando un compendio che fa del vivere qui e in questa stagione invernale, un esercizio importante di pazienza, di sagacia, di necessità di autocontrollo, per evitare reazioni esagerate o di non vedere che nel mezzo di ogni diatriba o conflitto sta anche una parte di verità per cui gioire con convinzione.

L’impegno che viene dal giorno precedente è il tentativo di trovare un alloggio alla signora che è approdata a Erbil con quanto aveva indosso e con tre figlioli al seguito: di 11 anni il ragazzo, di 7 anni la bambina e di 9 mesi il pù piccolo che, ignaro, sorride a chi gli si avvicina.

È una persona sfollata da Qaraqosh, trasferita a Bagdad, fuggita da un marito violento, costretta a vivere nella promiscuità della famiglia estesa di lui. La situazione di chi la ospita è ai limiti del vivere umano: due antri spogli, senza riscaldamento, con la temperatura che sfiora ormai lo zero, senza letti né tavolo o sedie, ma con materassini sottili sul pavimento, su cui ci si siede per mangiare o prendere il tè e ci si sdraia per la notte.

A parte lo spazio angusto, quello che ieri ci ha toccati di più è stata la famiglia ospitante, composta da uno zio, con moglie e due figlie, di cui una divorziata, con tre figli di 6, 5 e 4 anni.

La segnalazione di vulnerabilità della donna approdata a Erbil, giunta dal Centro Speranza, è diventata più drammatica quando si è saputo che, nel pomeriggio, avrebbe dovuto firmare un contratto, imposto dal marito, per cedergli i tre figli da trasferire a Bagdad ed avere come corrispettivo i documenti di identità che lui le aveva sottratto quando lei ha deciso di partire per Erbil. Durante l’incontro, la donna ha deciso di non cedere al ricatto, nonostante il consiglio di un paciere che esortava la donna a “tornare con l’uomo che, anche se la picchiava alcune volte, faceva cose che gli uomini di qui fanno sovente, ma lo fanno perché vogliono bene alla loro moglie”.

Oggi abbiamo tentato di fare un passo per far accogliere la donna in un container in modo che si possa poi sostenere nelle sue necessità di sopravvivenza … finché sarà possibile con la generosità dei nostri benefattori in Italia.

Dopo un pranzo al riso e salsa di fagioli, il pomeriggio, sempre senza energia in casa, con le lampade a batteria a preparare 26 sacchetti per la distribuzione di pannolini agli infanti e assorbenti per le loro mamme, membri di una comunità di arabi sfollata da Ramadi. Avevamo conosciuto questa famiglia qualche giorno fa, portando loro una sedia a rotelle per un giovane disabile di 18 anni. Durante la visita di quel giorno abbiamo avuto la sensazione che dietro le tende delle camere, adattate dalle famiglie in convivenza, esistevano molte donne, ognuna con molti bambini intorno.

Avevamo a disposizione giacchea vento invernali per bambini e abbiamo deciso di abbinarle ai pannolini per i 26 bambini da zero a due anni registrati dal capogruppo, che ci segnalava anche la disdetta di molti di questi bambini che bagnano il letto di notte, per le condizioni di stress in cui sono costretti a vivere.

In breve, la distribuzione ha avuto un enorme successo. Abbiamo distribuito i pannolini e 52 giacche per bambini, il doppio di quelli segnalati . I piccoli si avvicinano festosi, a piedi scalzi nel freddo, con le mamme dietro le tende a vedere i loro sorrisi nello specchiarsi con le nuove giacche, rosa per le bambine e nere e blu per i bambini. Una sferzata di buon umore per il cuore e un tono alto alla giornata del 31 Dicembre.

Le emozioni però non si sono placate. Si è saputo oggi che, dall’inizio di Gennaio,  una nuova legge dovrà tenere conto della gravità della crisi economica del Kurdistan, per cui si applicheranno tasse su ogni cosa che prima era esente, mentre la grande armata degli impiegati statali avrà lo stipendio dimezzato.

Ben presto il nostro supporto dovrà riversarsi anche sulla popolazione locale che sarà toccata pesantemente da queste nuove disposizioni: la vendita del poco petrolio del Kurdistan, a prezzi sotto costo, non fa entrare sufficienti disponibilità per sostenere il numero dei dipendenti che, fino a poco tempo fa, erano tra i più retribuiti dell’Iraq.

E la sera si spera porti con sé qualche bel momento di condivisione. Un rapido cenno di saluto a casa. Si useranno tutti gli argomenti a disposizione per evitare di pensare al domani. Si vive intensamente l’oggi e per questo rendiamo grazie.

Dopo le festività si ripartirà con il nostro Centro Speranza a cui presto abbineremo il nuovo asilo Ashti 128 del campo per bambini di 3 anni.

Speriamo e vi auguriamo un buon 2016!

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