Il mondo moderno é un palcoscenico spietato che offre ogni tipo di rappresentazione.
A Parigi si vive lo sgomento dello scontro tra civiltà e culture, con l’esecuzione brutale e violenta di 20 persone in pochi giorni per mano degli integralisti islamici, pronti a uccidersi e a offrirsi come martiri. In Nigeria oltre 2000 persone sono state trucidate nel rogo delle loro povere capanne in villaggi isolati del Nord del Paese, per gli stessi motivi.
Nello stesso momento, in Kurdistan, lontano dalle luci della ribalta, per effetto delle brutalità dell’integralismo delle milizie ISIS rischiano la morte per il freddo e le malattie centinaia di persone, in particolare anziani, bambini e donne e uomini, gli elementi più deboli delle comunità sfollate e dei profughi dalla Siria e dall’Iraq.
Da tre giorni piove a Erbil e due giorni fa ha nevicato sulla città, il fango intorno agli accampamenti impera. La temperatura é oggi sotto zero e lo é da tre giorni.
Nella ormai famosa Ankawa Mall, struttura grezza del centro commerciale che ospita oltre 1700 persone, le stufe a kerosene, prima considerate pericolose, poi fornite due settimane fa con 40 litri di kerosene ognuna, ora sono spente. La scorta é finita subito e non arriva ancora il kerosene, in altre località non sono previste affatto forme di riscaldamento negli stalli assegnati alle famiglie.
La comunità Yazidi di 14 famiglie accampata nel campo del cantiere vicino al grande albergo di Erbil vive questi momenti di estremo freddo con bambini e adulti in ciabatte infradito, tutti raccolti in piccoli ambiti che non possiamo definire abitazioni, con il fuoco esterno alle pareti alimentato da scarti del legname di scarto del cantiere dismesso, che sta per finire.
Stiamo fornendo ora scarpe, calze, latte in polvere, pannolini almeno per i bambini e ci sono infanti nati in questa condizione. L’ambulatorio presso la Ankawa Mall opera con medici volontari locali fornendo oltre 70 visite al giorno e si dichiara in grave carenza di medicine. Proveremo a soddisfare almeno qualche specialità tra le più richieste e mancanti.
Questo è quanto accade ad Erbil, nella capitale del Kurdistan, nella pianura, mentre a Shaklawa, sulle alture a oltre 1000 metri, o a Dohuk, Zako o Suleimania, località nelle montagne imbiancate dalla neve già da giorni, negli immensi campi di tende dei profughi Siriani e degli sfollati dalla piana di Ninive, si stanno consumando altri drammi silenziosi per il freddo e le malattie che attaccano chi non ha resistenze da leone, con il freddo polare e la neve fuori, nella pioggia e nel fango.
Sono scenari che forse hanno poche cose in comune, una però é evidente: l’odio e la brutalità della contrapposizione tra uomini e donne che nel passato hanno vissuto momenti di condivisione; potere, denaro, violenza ora provocano morte, disperazione e totale distruzione del senso del vivere insieme.
Una battaglia tristemente persa dall’amore.
Oltre agli spaventosi danni contingenti saranno da valutare gli sviluppi a lungo termine che questa situazione provocherà. Questa immane sofferenza, oltre agli adulti, già pesantemente compromessi nella salute fisica e mentale, tocca un numero immane di bambini e giovani che avranno per sempre negli occhi e nella mente le sofferenze subìte e viste.
Portare loro un paio di scarpe, le calze, un abito pesante, qualche medicina, le poche cose indispensabili a sopravvivere a chi é in questa condizione infernale, senza scampo per la vastità della tremenda condizione di sfollato o profugo, potrà addolcire o mitigare la sofferenza? Difficile sapere la verità, ma é imperativo continuare assolutamente, senza interruzione, ogni fornitura a chiunque sia in bisogno, senza chiedere “chi sei?”.
Terry Dutto
Foto: nel campo Yazidi prima della neve!!