Considerazioni 29 Ottobre - Emergenza KURDISTAN

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Nei campi, nelle strutture adattate per accogliere le famiglie degli sfollati spostati dalle scuole in tutto il Kurdistan, che erano state occupate in Giugno subito dopo la fine delle lezioni annuali, ci sono spostamenti continui, chi arriva e chi parte per altre sistemazioni o per emigrare.

Chi può farlo prende la via dell’estero, la visita a parenti in America, Canada, Australia e, intanto, per chi resta, la vita procede nell’angustia degli spazi disponibili.

La carità delle Chiese Cristiane, sostenute dalla generosità delle Caritas del mondo, ha reso possibile l’affitto di locali che hanno permesso di alloggiare all’asciutto centinaia e centinaia di famiglie in sostituzione delle tende.

La pioggia scrosciante di alcuni giorni fa, arrivata fuori stagione, ha provocato momenti tragici con tende allagate, fango, miseria aggiunta alla miseria. Anche l’Arcivescovo dei Caldei di Erbil, Mons. Bashar, si é reso disponibile personalmente con la collocazione di 50 containers-casette per sopperire alla disfatta nel fango di una zona in Ankawa.

Altre strutture prefabbricate, si dice in ragione di 1000, saranno disponibili entro 2 mesi, ma prima del freddo invernale ?? resta una domanda che deve ottenere risposta. Un gioco d’azzardo stagionale sulla testa di migliaia di persone.

Intanto le strutture UNHCR e UNICEF sono in piena mobilitazione per capire, prima quale può essere un prossimo movimento di massa dopo l’ultimo in arrivo da Kobane, poi per poter far fronte alla fornitura di alloggi di fortuna e di sostegni di sopravvivenza alla massa di rifugiati e sfollati in arrivo, che si vede in costante aumento nonostante le uscite segnalate.

L’ultimo comunicato UNOCHA, l’ente supervisore delle operazioni delle Nazioni Unite, dichiara di essere in difficoltà per carenza di mezzi finanziari dopo aver fatto fronte ad un massiccio, non previsto, afflusso di presenze da soddisfare.

L’inverno incombe; la temperatura di 45 – 47 gradi di Agosto si é ridotta ora, a fine ottobre, intorno ai 18-25 gradi. La statistica dice che l’inverno in Erbil raggiunge gli zero gradi per un periodo di diverse settimane.

Vedere infanti nati nei centri di accoglienza degli sfollati, sotto le tende, nei campi profughi, fa male al cuore. Vedere le molte donne incinte, prossime al parto, sfaccendare nelle aree di lavaggio e di cucina dei centri di accoglienza degli sfollati fa pensare alle necessità che, con l’inverno, diventano motivi di sopravvivenza dei neonati, se non si pianifica in tempo utile.

La generosità della popolazione, delle agenzie internazionali, della Chiesa, si é espressa in un numero importante di casi: locali messi a disposizione, forniture di cibo per bambini e infanti, pannolini, materiali utili nelle aree abitate e nelle zone di abitazione coatta. Cose che intanto non bastano mai.

Ma fino a quando si potrà sostenere questo generoso sforzo, che diventa molto pesante se si  protrae  nel tempo ?.

Si conoscono spostamenti di centinaia di famiglie che dovranno muovere ancora le loro poche cose in dicembre, non si sa dove, per la scadenza dei contratti d’affitto stipulati con generosità da donatori importanti, ma non all’infinito.

I commenti di alcuni esperti di conflitti internazionali inseriscono una variabile nelle loro previsioni, che coinvolgono questo grande squarcio di umanità in sofferenza, che é agghiacciante: si prevede la liberazione delle zone occupate dalle milizie islamiche solo nel giro di alcuni anni, qualcuno ne prevede persino fino a dieci.

Con le famiglie é duro commentare queste previsioni e per questo non se ne parla, ma cresce a vista d’occhio l’angoscia che si legge nei loro volti e si sente nei loro commenti, sempre più pressanti.

I ragazzi, quelli della generazione dei 6/7 anni di età fino ai 12-13 anni fanno emergere le tensioni che hanno capito dalle loro famiglie con l’aumento della aggressività. Gli uomini adulti hanno devianze nell’alcol e si contano in aumento le risse. Le strutture dei WC chimici e la carenza d’acqua diventano punti di sfogo del nervosismo, con moltiplicazione di scontri, distruzione di strumenti e di cose lasciate con disinvoltura dappertutto, senza le cure che contraddistinguevano le stesse persone un mese o due fa.

Il degrado ambientale é uno degli aspetti del clima che le famiglie vivono in questa inumana incertezza sull’avvenire. Una incertezza che include l’assenza della scuola di base per i bambini, una educazione scolastica per i giovani e il ritardo nella definizione di ambiti nuovi di alloggiamento.

Una incertezza umana per un futuro a breve vissuto nella episodicità della vita attuale.

Trovare soluzioni, pensare alternative, trasmettere fiducia, sono esercizi di difficile elaborazione e intanto il tempo macina e disintegra per moltissime persone le certezze di un possibile rientro a casa, una per volta, senza trovare cure valide per ogni difficoltà che emerge in questi assembramenti di umanità, tesi, grigi, senza gioia.

Per questo i pomeriggi con i bambini e i giovani in musica fanno rivivere momenti, attimi di liberazione, anche per i genitori e gli adulti, e per questo vale la pena di insistere.

A breve inizieremo un piccolo torneo di calcio tra i ragazzi della Ankawa Mall che si sono iscritti in massa, segno della grande voglia di fare cose diverse, mentre si stanno pianificando le forniture per l’inverno che diventano determinanti dove la massiccia opera delle grandi istituzioni non riesce ad arrivare.

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