Continua l’impegno di FOCSIV e dei suoi Soci al fianco delle popolazioni in fuga.
Costruire la pace tra chi la guerra non l’ha mai voluta, questa la “missione” della seconda campagna promossa da FOCSIV ed Avvenire a sostegno dei profughi del Kurdistan iracheno; ed è grazie alla generosità dei lettori che si consolida l’impegno di FOCSIV nelle regioni di Erbil e Kirkuk volto ad assicurare spazi di serenità e sicurezza ai più giovani, a condividere cibo, generi di prima necessità e medicine, e si estende anche in Siria e Libano, insieme ai Soci Focsiv FMSI e Fondazione Buon Pastore.
Roma, 12 febbraio 2015. Nel corso della campagna lanciata lo scorso 4 novembre e conclusa il 31 gennaio, sono stati raccolti 135.472 euro, 539 sono i lettori chehanno fatto almeno una donazione, oltre la metà dei quali hanno confermato il loro sostegno all’intervento già profusonella campagna precedente.
Il Kurdistan iracheno ospita oggi 926.000 profughi, dei quasi 3.300.000 iracheni che hanno abbandonato le proprie case, le grandi agenzie internazionali non sono più in grado di assicurare la sussistenza di questa immensa umanità in fuga e anche il governo è al collasso, e a stento riesce a provvedere alla popolazione locale, anch’essa ormai ridotta in condizione di povertà estrema.
Grazie ai fondi raccolti il nostro team è in grado di assicurare il funzionamento del “Centro Speranza” creato da FOCSIV ad Ankawa 2, il campo dei 1000 containerdi Erbil per 6 mesi: 120 bambini in età prescolare sono seguiti da 8 insegnanti competenti e appassionate che garantiscono loro sia momenti ludico-espressivi che di apprendimento e lo fanno in costante relazione con le loro famiglie che con serenità e fiducia gli affidano i propri figli; inoltre più di 150 ragazzi da 12 anni fino ai 18 sono impegnati in varie discipline sportive e 1500 partecipano alle attività di animazione che li tengono lontani dagli spazi angusti dei container, dalla violenza delle strade e dalla depressione dello sconforto e della paura. Ad Aleppo in Siria, 60 bambini dai 3 ai 7 anni e 250 bambini rifugiati siriani a Beirut di età compresa tra i 6-13 anni avranno garantiti i programmi di sostegno scolastico.Oltre alla necessaria istruzione, essi rispondono alla necessità, a superare il trauma della guerra e ritrovare il più possibile una normalità quotidiana.
I fondi raccolti servono inoltre ad assicurare per almeno 6 mesi cesti alimentari a 700 famiglie ad integrazione del loro fabbisogno, medicinali salvavita per centinaia di malati cronici raggiungendo complessivamente circa 10.000 persone.
Ad Avvenire e ai suoi lettori tutta la nostra gratitudine e quella delle persone che siamo riusciti ad aiutare in questi 15 mesi, perché è solo grazie alla generosità dei lettoriche tutto ciò è stato possibile;
Alla loro generosità la CEI, grazie ai fondi dell’8xMille ha aggiunto un importante contributo con cui sono state potenziate 2 strutture sanitarie della Diocesi di Erbil con strumenti di diagnostica e medicinali, nonché l’avvio di numerosi corsi di formazione per giovani ed adulti. Costruiamo con loro la speranza del futuro anche fornendo loro gli strumenti per migliorare le proprie capacità lavorative per poter un giorno ricominciare a costruire la propria autosufficienza ed autostima, passaggi fondamentali per chi oggi vive solo di carità.
Con l’accompagnamento dell’Università Cattolica di Milano abbiamo avviato un percorso di accompagnamento di docenti e animatori, un corso per promuovere resilienzaattraverso attività creativo-espressive e sportive per i bambini. Perché curare i bambini in un campo profughi, fare i conti con i traumi vissuti, non è un lavoro ordinario e richiede un’attenzione particolare, per far sì che i traumi non si trasformino, con il tempo, in patologie difficili da gestire.
Il campo di Ankawa 2 dove opera il team FOCSIV il Centro Speranza è un’oasi verde in un mare di containers grigi. Un’oasi che è segno di speranza e serenità e non mancano le visite di ospiti importanti. Lo scorso luglio il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti , mentre a gennaio il Presidente del Senato, Piero Grasso, insieme alla neo Console Italiana, Alessandra Di Pippo hanno assistito alla recita di Natale dei bambini del nostro Hope Center.
Anche Monsignor Galantino, Segretario Generale della CEI è stato ospite del Centro e ci ha confermato l’impegno della Chiesa Italiana per tutte le minoranze perseguitate. Durante la visita ad una delle famiglie della comunità Yazida colpita dal lutto di un figlio ha assicurato “Finché avrete bisogno noi, saremo al vostro fianco”.
Oggi la nostra presenza è ampiamente riconosciuta come un intervento significativo, atteso dalle persone e promosso dalle istituzioni e dalle stesse Agenzie Internazionali che, causa le limitate risorse, delegano a FOCSIV sempre maggiori attività e responsabilità, soprattutto nel campo della protezione dei minori. Tutto questo lavoro viene svolto con slancio umano reso possibile dalla prossimità e dalla condivisione, sull’ascolto e sulla conoscenza delle situazioni.
Grazie ai membri del nostro team, italiani e iracheni, in questi mesi è stato possibile far fronte anche a singole situazioni di totale indigenza, di malattie gravi e inevitabili episodi di violenza. Soprattutto, è stato possibile evitare qualche viaggio della speranza che molto spesso si trasforma in viaggio della morte in mare alla ricerca di un futuro migliore.
Piccole azioni le nostre, che da sole non bastano a fare fronte a un bisogno smisurato, che tuttavia dimostrano quanto importante sia portare aiuto e conforto a persone che hanno perso tutto, anche la speranza di tornare nelle proprie case distrutte.
Piccole azioni che aiutano tutti noi a “restare umani” dinnanzi al dolore, a mantenere alta l’indignazione di fronte all’ingiustizia, a esprimere compassione vera al cospetto di un dolore che dalla comoda, ancorché spaventata Europa, non si può né immaginare, né comprendere, né raccontare.
Insieme ai lettori di Avvenire dobbiamo ringraziare tutti i co-promotori di questa iniziativa, nodi di una rete tenacemente tessuta per mettere in sicurezza vite umane in balia della guerra e dell’indigenza che ne deriva. Fanno parte di questa “rete”ACLI, Azione Cattolica Italiana, Associazione Realmonte Onlus, AUCI, Associazione don Zilli, Banca Etica, Centro Sportivo Italiano, FMSI – Fondazione Maristi per la Solidarietà Internazionale, Fondazione Buon Pastore, International Help, Iscos, MASCI, Movimento Cristiano Lavoratori, Università Cattolica del Sacro Cuore
L’articolo di Luca Geronico, pubblicato su Avvenire.